Slovenia, maggio 2019.
“Mamma mia, ma quello è un orso!”
Sono davvero sconsolato. Tre giorni in mezzo alle foreste slovene e ho visto, di sfuggita, un solo orso che ha appena attraversato la strada alla macchina davanti alla nostra. Apro la portiera, scendo e insieme agli altri compagni di avventura tentiamo di ricostruire la scena cercando di capire se gli orsi in giro siano due oppure uno solo.
Nella mia testa però c’é solo un pensiero: “Non è possibile che non sia riuscito a vedere bene neanche questo. Già ieri un’altro orso aveva attraversato la strada ed io non ero proprio riuscito a vederlo” E così ritorno verso la seconda macchina dove Antonio è seduto sul sedile posteriore col teleobiettivo che sbuca dal finestrino puntato verso la foresta. Ta-ta-ta-ta-tà, Ta-ta-ta-ta-tà, un paio di raffiche verso qualche volatile. Passo oltre e alzo gli occhi verso la radura. Faccio un paio di passi e… “Mamma mia, ma quello è un orso!“. E’ davvero un orso, non un orso di sfuggita , non un ombra di un orso … è un vero orso che si muove lento, completamente ignaro della nostra presenza. Prendo la macchina e scatto una raffica, poi mi avvicino lentamente ma mi fermo subito. Mi giro verso gli altri ancora intenti nelle loro ricostruzioni e sussurro: “Da questa parte, da questa parte” e poi riprendo a scattare.
L’orso si ferma , inizia ad annusare l’aria e ritorna indietro. Alla fine si accorge della nostra presenza ed inizia a trotterellare rifugiandosi nella foresta.
Woww! Come spesso accade, quando meno te lo aspetti, arriva l’emozione più grande!
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