Floating Piers: una pessima gestione!

Floating Piers é l’installazione che Christo, originale artista statunitense di origine bulgara, ha realizzato sul lago d’Iseo per collegare Sulzano a Montisola e all’isolotto di San Paolo.
Leggendo qua e là su internet per informarmi un po’ a riguardo, mi ha colpito un’ intervista in cui l’autore diceva che tutte le sue opere hanno avuto un ritorno in denaro almeno pari a tre volte la spesa sostenuta.

Valorizzare l’arte risulta quindi esser un buon investimento e questo dovrebbe far pensare noi italiani che, avendo un patrimonio senza eguali, potremmo di gran lunga vivere di rendita.

Purtroppo siamo italiani e lo dico con un certo dispiacere perché non siamo stati e al momento non lo siamo ancora in grado di far fruttare questa enorme ricchezza.

La gestione dei Floating Piers ne è stata una ennesima prova.

Già con EXPO è risultato evidente che non si è avuta la benché minima voglia di riuscire a gestire in maniera efficiente le lunghe code preferendo l’afflusso di turisti e quindi l’ incasso piuttosto che la fornitura di un servizio efficiente.

La visita ai Floating Piers non ha fatto altro che rafforzare questa mia convinzione.

Ho voluto andare di persona a vedere l’opera d’arte visto che l’avrebbero smantellata nel giro di una settimana.

Sono arrivato in macchina al parcheggio Vela di Corte Franca dove c’erano un paio di macchine in coda ad un cancello chiuso, nessuna informazione e così ci siamo fermati a chiedere.

Il parcheggio è chiuso nonostante abbia ancora posto perché l’afflusso è troppo elevato:

per cui anche le navette sono sospese.

Non ci vuole molto a scrivere un cartello, anche a mano, ma almeno si informano le persone senza che queste debbano per forza fermarsi a chiedere.

Sulla situazione negli altri parcheggi nessuno sa nulla, così procediamo in direzione Iseo.
Il traffico è abbastanza rallentato e una volta a destinazione stessa situazione: parcheggi chiusi e navette ferme.
Ad un certo punto troviamo la polizia a bloccare il traffico per far passare solo i residenti, ma ovviamente nessuna indicazione sulla chiusura della strada né su altro.

Riusciamo a parcheggiare la macchina in una vietta e a piedi ci dirigiamo a Sulzano.

Arrivati in questo paesino due vigili cercano di regolare il traffico di bus, macchine e pedoni in maniera molto rocambolesca.

La via che porta alla stazione è una coda unica e davanti alla Casa Comunale è tutta una lunga serpentina verso l’accesso dei pontili.

Non si sa se si riuscirà ad entrare, ma ti fanno mettere in coda lo stesso.

Non ci vuole molto a capire quante persone riusciranno a far passare in modo da evitare inutili code alle persone che poi dovranno bloccare all’orario di chiusura.

Alle 22.10 finalmente riusciamo ad arrivare alla passerella.

Atmosfera suggestiva, belle le luci sull’acqua, ma onestamente tutto il contorno fa perdere questa poesia.

Bisogna pensare anche a rientrare e per le navette c’è una coda davvero lunghissima e si è stipati come delle sardine, procediamo a piedi come in andata.

Non so di chi sia la responsabilità, se dell’artista, di chi gli ha dato il permesso, del Comune, della Provincia o della Regione o di chi altro, però la disorganizzazione che è stata mostrata è davvero un brutto segnale.

Possibile che non siano riusciti a prevedere un afflusso di questo genere?

Mi immagino oltretutto il disagio dei poveri abitanti della zona.

Perché non mettere in piedi un sistema informatico di prenotazioni dietro il versamento di una cauzione restituibile? Giusto per evitare che qualcuno prenoti senza poi andare o senza avvisare in caso di rinuncia.

Si inseriscono i propri dati, si ha una prenotazione per un certo orario, si limita al minimo la fila, si sanno il numero di persone esatto e quindi si mettono a disposizione le necessarie navette.

Perché in Italia non si riesce a fare tutto ciò?

E’ stato davvero un brutto esempio di una pessima gestione, tanto da far passare l’installazione in secondo piano!