“C’è un frate vestito come San Francesco” mi bisbiglia Giulia all’orecchio mentre ci avviciniamo a quell’edificio cercando di capire se sia o meno la Chiesa di San Nicola.
Lui ci sta aspettando, o per lo meno così sembra. E’ lì sulla porta laterale del convento francescano e ci guarda.
“Possiamo entrare?“
“Ma certo” risponde e ci introduce in quella piccola chiesetta che all’apparenza non sembra un granché. Però ci fa notare, in una nicchia laterale, una statua di una Madonna a dir poco originale. “Credo sia unica nel suo genere è una Madonna danzante” e prosegue dicendo che a qualche chilometro da lì c’è un piccolo borgo nella cui Chiesa ci sono dei preziosi affreschi.
In effetti sulla mappa di Adriano, il papà di Giulia il nome di Pisino è affiancato da quello di Vermo (Pazin e Beram in croato).
Ormai è tardi, dovremmo almeno riuscire ad entrare nella Chiesa di San Nicola che google map però ci mette nel posto sbagliato. Così, quando arriviamo, dopo aver percorso controcorrente un chiassoso corteo nuziale di macchine clacsonanti, il portone è già sbarrato. Troviamo solo un anziano signore che cerca di ricordare qualche parola di italiano per fare un po’ di conversazione con noi che, in quel sabato pomeriggio, siamo tra i pochi frequentatori di quel posto semi deserto.
Siamo arrivati all’ora di pranzo sotto una pioggerellina fine e dopo aver pagato il parcheggio che di fatto il sabato è gratuito abbiamo sperimentato la più locale delle trattorie: il bistrò Pod Lipom. Assaporiamo dei cevapcici accompagnati da una cipolla che ad ogni boccone risale su per il naso andando a punzecchiare il cervello, manco fosse del rafano puro.
Così arriviamo al Castello di Montecuccoli proprio mentre sta chiudendo e allora attratti dalla Zip Line il percorso con le funi sulla grande foiba di Pisino proseguiamo con una passeggiata che ci fa assaporare i colori dell’autunno che in questa giornata di inizio novembre, con le nuvole che pian piano si alzano, offre degli scenari davvero suggestivi.
Mappa
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