Occhi sgranati, viso perplesso e risposte tipo: “Bo che?” “E’eeeè?” “E dove si trova?” Queste le reazioni più comuni delle persone alle quali dicevo che avrei trascorso le mie vacanze estive in Botswana. Difficile che qualcuno che non ci sia stato sappia dire esattamente dove si trovi ed anche io prima di una cena con un mio vecchio compagno di scuola ignoravo la sua esistenza. Durante quella cena, a settembre dello scorso anno, è saltato fuori il nome di Okawango, o meglio di “Delta dell’Okawango“. “Oka che?” ho subito pensato.
L’Okawango è un fiume che nasce in Angola e sfocia in Botswana, solo che il Botswana non ha sbocchi sul mare. Per cui l’Okawango termina la sua corsa con un ampio delta mescolandosi con il deserto del Kalahari. Quello che si viene a formare è stato riconosciuto Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco, un groviglio di ramificazioni che generano una vegetazione rigogliosa che richiama a sé il meglio della fauna locale: elefanti, giraffe, zebre, impala, rinoceronti, bufali ed i grossi carnivori leoni, leopardi,licaoni e iene. Il delta dell’Okawango sembra dunque il posto ideale per andare in Africa per safari. E pare che non sia solo la regione del delta ad essere così interessante bensì tutto il Botswana.
La nostra vacanza di quest’anno è iniziata proprio così. Un amico butta lì un consiglio su un posto remoto, una rapida ricerca su google, fantastiche immagini che appaiono a video, amore a prima vista e un lungo, ma neanche poi tanto, processo di autoconvincimento che tutti quei soldi sarebbero stati soldi ben spesi.
Pianificazione
A Natale ricevo in regalo la guida della Lonely Planet e da lì partono i preparativi ufficiali. Chiedo alcuni preventivi, ma come prima cosa vogliono tutti sapere il budget a disposizione. Ovviamente il meno possibile cercando di vedere il meglio che il Botswana offre. Solo che così la proposta che arriva è di un viaggio Sud Africa, Namibia e Botswana su pulmini stile Overland che in 15 giorni macinano migliaia di chilometri per vedere velocemente un po’ tutto quello che questa parte del mondo offre ai visitatori. No, no no, non ci siamo. Così si rischia di vedere si tutto, ma giusto per il tempo di fare una foto e via, trascorrendo ore e ore su un furgone fuoristrada. Noi vogliamo vedere gli animali selvatici, per cui optiamo per un tour su misura che ci porti da una località all’altra col giusto tempo per immergersi completamente in questi ambienti. Bisogna poi pensare alle strutture. Non troppi confort per evitare prezzi eccessivi ma nemmeno sistemazioni basic per evitare di avere incontri ravvicinati con serpenti, scorpioni o ragni mentre si va in bagno di notte.
Itinerario e Volo
Safari Specialists, un tour operator locale, con sede a Maun, ci assiste passo passo nella configurazione del nostro tour. Partenza da Victoria Falls, seconda tappa al Chobe National Park, un salto nel cuore della Khwai community e poi il Delta vero e proprio prima di concludere il viaggio allo Nxai Pan. L’itinerario è pronto. Ora bisogna cercare un volo. Lufthansa, Swiss, British, Emirates ma alla fine Qatar ci permette di avere il prezzo più vantaggioso anche se con una connessione a Johannesburg un po’ tirata. Sicuramente la valigia arriverà il giorno dopo, ma memori delle esperienze passate programmiamo un giorno in più a Victoria Falls.
Passaporto e Vaccinazione
Anche il volo c’è. Mancano le vaccinazioni. Solo la febbre gialla è obbligatoria ma per non rischiare facciamo anche quelle consigliate: Antitifica, Difto-Tetano, Antipolio, Anti Epatite A più la profilassi antimalarica con Malarone da assumersi da un giorno prima fino ad una settimana dopo il viaggio. A Milano le iniettano tutte insieme, a Saronno mi fanno un piano diluito su 5 mesi. Il passaporto deve avere 6 mesi di validità residua e quindi anche quello va rifatto.
Quello che più preoccupa ora è il peso del bagaglio. Visti gli spostamenti con aerei locali si hanno max 20 kg a testa a disposizione. Il bagaglio a mano con l’attrezzatura fotografica non deve però superare gli 8 kg. Ma alla fine riusciamo anche in questo!
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