In Scozia, percorrendo le tortuose strade dell’Isola di Skye, avevo avuto modo di sperimentare quel fenomeno noto come “sheep jam“. Letteralmente un ingorgo stradale dovuto alla presenza di pecore che attraversano o occupano il manto stradale. Il termine ingorgo però, dato il numero di veicoli coinvolti di poco superiore all’unità, risulta evidentemente eccessivo.
In Canada, quest’estate, lo stesso fenomeno l’ho vissuto con la fauna selvatica ed in particolare con gli orsi. In questo caso il vocabolo corretto è “bear jam” e la parola ingorgo può essere tranquillamente usata perché il numero di automobilisti che si incontrano in agosto sulle strade delle rockies è indubbiamente superiore a quello dei fiordi scozzesi.
Appena si vedono un paio di macchine ferme a bordo strada significa che nei paraggi è stato avvistata della fauna selvatica. E’ abbastanza frequente vedere lunghe file di auto ferme che riversano incauti turisti sul ciglio stradale. Quasi sempre ci sarà anche l’auto dei rangers che tenteranno, con scarsi risultati, di riportare un po’ d’ordine e di allontanare gli animali per non farli abituare alla presenza umana. Gli orsi, in modo particolare, quando diventano troppo confidenti diventano molto pericolosi e poi l’unica possibile soluzione è il loro abbattimento. Se le persone ne fossero a conoscenza probabilmente si comporterebbero diversamente e invece è incredibile constatare in quanti trascurano i potenziali pericoli mettendo a repentaglio non solo le proprie vite ma anche quelle delle persone care e degli animali selvatici.
Il primo elusivo incontro lo facciamo mentre percorriamo l’autostrada tornando a Lake Louise da Lake Emerald. Per un breve istante scorgiamo sulla collina, proprio a ridosso della ferrovia, un orso nero che si sottrae velocemente alla nostra vista.
Le linee ferroviarie attirano questi plantigradi perché di lì passano i lunghissimi convogli dei treni merci della Pacific Railway, che trasportano anche carichi di grano. A causa delle continue sollecitazioni una parte del grano si deposita lungo i binari e fermenta sotto l’azione del sole. La pericolosa conseguenza è che gli orsi, cibandosene, girovagano mezzi ubriachi ai bordi della ferrovia.
Jasper selvaggio
Trascorriamo quattro giorni tra Banff e Lake Louise senza vedere quasi nessun animale selvatico, complice forse anche la molta gente in giro per la festività del Civic Holiday. Ma a qualche chilometro a sud di Jasper la situazione inizia a cambiare. Osserviamo una lunga fila di auto accostate su ambo i lati della superstrada. Ci fermiamo anche noi e con gran sorpresa vediamo una mamma orsa coi suoi due cuccioli camminare placidamente ad un paio di metri dall’asfalto in cerca dei loro amatissimi frutti di bosco. Nonostante i numerosi turisti i tre animali sembrano abbastanza indifferenti alla presenza umana.
Non facciamo in tempo a risalire in macchina che dopo un paio di chilometri notiamo un pick up del Park Service. Un altro orso nero, un po’ innervosito vorrebbe attraversare la strada. La ranger gli fa strada e poi gli spara un proiettile di gomma per allontanarlo e dissuaderlo dal rimanere in questa zona potenzialmente molto pericolosa.
Sempre a Jasper, sfruttando un tour serale per l’avvistamento della fauna selvatica, riusciamo a vedere molti animali tra i quali anche un grizzly che già dal mattino era stato segnalato al vicino campeggio. La serata si presenta particolarmente fortunata: orsi neri, cervi, alci, aquile e anche uno sciacallo. Fortuna si, ma seguendo le segnalazioni e conoscendo le abitudini alimentari degli animali nei vari periodi dell’anno è abbastanza facile riuscire a vederli. Siamo ad inizio agosto e il cibo preferito sono i frutti di bosco che si trovano nei rovi a bordo strada.
Tutela della fauna selvatica
La fauna selvatica è abbondante e sembra essere tutelata nel miglior modo possibile. Un esempio lo si può vedere entrando e percorrendo l’autostrada che attraversa i parchi. Ad ogni imbocco si trovano strisce di grate che non consentono il passaggio degli animali e una volta dentro, ad intervalli regolari, si transita attraverso delle mini gallerie sormontate da erba e piante che interrompono la scia di asfalto. Si tratta dei cosiddetti corridoi ecologici naturali, passaggi che permettono alla fauna selvatica di attraversare indenni l’autostrada.
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