Finalmente Australia.
Già sognavo di scendere dall’aereo a Darwin, riprendendomi con la GoPro, con la musica della sigla di Globe Trekker come sottofondo (la puntata dedicata all’Outback realizzata da Ian Wright).
Poi però sono atterrato alle 5 del mattino ed era ancora buio. Ho quindi deciso di rimandare il tutto ad un altro momento 🙂
Il giallo del cartello FLOODWAY si staglia sul blu del cielo australiano.
Si riconosce chiaramente la costellazione della Croce del Sud (sulla destra del cartello)
che è presente anche nella bandiera australiana. |
L’emozione è tanta. Ogni cosa sembra nuova, differente. In effetti, per alcuni aspetti, lo è per davvero.
In mezzo a tutte le sorprendenti esperienze che mi hanno colpito e che vi elencherò di seguito l’unica nota negativa è stato vedere la popolazione aborigena emarginata ai bordi delle strade.
E’ una visione che non lascia indifferenti perché ciò che impressiona maggiormente, in Australia, è la socievolezza con cui si viene accolti.
Già al controllo passaporti gli agenti sono cordiali ed amichevoli.
Persino quando la polizia ti ferma per strada per controllare il grado alcolico lo fa col sorriso sul volto.
Non si capisce proprio, per un viaggiatore come me che non si è preventivamente informato in merito, il perché di questa segregazione ed emarginazione.
E’ una questione che merita di essere approfondita e magari ne parlerò in un post dedicato, ma sarebbe impossibile trascurarla perché è qualcosa che si nota immediatamente: l’Australia è un paese fantastico, ma evidentemente gli ingranaggi non ruotano ancora tutti ben oliati.
E’ una questione che merita di essere approfondita e magari ne parlerò in un post dedicato, ma sarebbe impossibile trascurarla perché è qualcosa che si nota immediatamente: l’Australia è un paese fantastico, ma evidentemente gli ingranaggi non ruotano ancora tutti ben oliati.
Torniamo però agli aspetti positivi, quelli che hanno maggiormente destato la mia attenzione. Non lo farò in ordine di importanza ma così, come fluiscono ora nella mia mente:
- Gli uccelli. Ce ne sono di specie mai viste in Italia. Vedere volatili variopinti passeggiare per strada come fossero dei passerotti sorprende. Per non parlare dei pappagallini bianchi sulla strada appena fuori Jabiru, nel Kakadu National Park, ed i pipistrelli giganti che all’imbrunire iniziano a volare verso nord.
Pappagalli variopinti sul lungomare di Sydney, nei pressi di Bondi beach |
Un Ibis passeggia tranquillamente |
Pappagallini bianchi attraversano la strada nei pressi di Jabiru nel Kakadu National Park |
All’imbrunire, sopra il kakadu Lodge di Jabiru, questi enormi pipistrelli volano verso nord |
- Le targhe delle auto. Ogni stato ha la sua e trovarsi con l’auto a noleggio con la scritta Outback Australia è stata proprio una bella sorpresa.
Outback Australia sulla targa delle macchine |
- I termitai. Avevo letto dei termitai giganti che si possono ammirare al Litchfield National Park ma non pensavo che tutto l’Outback ne fosse disseminato. Ai bordi delle strade se ne trovano a centinaia. Molti vengono addirittura decorati con stracci o vecchi abiti per conferirne una sembianza più umana.
Termitai lungo le strade dell’outback australiano |
- i cartelli stradali. L’Australia è famosa per i suoi cartelli ed in effetti se ne trovano di tutti i tipi. Direi anche molto originali in alcuni casi. Non immaginavo però che il più diffuso fosse FLOODWAY.
Salvaguardia degli animali allo Yellow Water |
Attenzione serpenti. Davvero originali certi cartelli stradali. |
FLOODWAY, uno dei cartelli più diffusi in tutta l’Australia del Nord. |
- I canguri. Sono stato in Australia poco più di due settimane percorrendo in auto più di 5000 km ma di canguri vivi non ne ho visto neanche uno. Almeno per i primi 15 giorni. Iniziavo a pensare che fosse un falso mito, tipo il gelato fritto cinese che di fatto c’è solo in Italia e che in Cina manco sanno cosa sia. Eppure di documentari ne avevo visti. E li facevano vedere, tanti, in gruppo e non solo di notte. Dove erano finiti? L’ ho scoperto l’ ultimo giorno, grazie ad una dritta di una cameriera italiana a Palm Cove. Ma allora esistono davvero 🙂 e a dirla tutta non sono nemmeno tanto belli
Sembrerà strano ma per ben 15 giorni si sono visti solo canguri e wallabies morti sui cigli delle strade |
Un piccolo wallaby spunta dal marsupio della sua mamma |
Due wallabies stanno presumibilmente giocando |
Un wallaby si è accorto della mia presenza |
- Uluru. E’ stato un posto mitico fin dalla tenera età. Avevo letto che generalmente si rimane delusi dalle troppe aspettative. Molte persone preferiscono addirittura il Kata Tjuta. E invece no, le aspettative erano alte e lui è riuscito a superarle. Sarà che ti fanno sempre vedere le stesse immagini e poi quando te lo trovi di fronte e ci giri intorno ti accorgi che non è un semplice monolito. La sensazione è di avere di fronte qualcosa di vivo, quasi fosse un Vulcano, qualcosa in trasformazione, con una propria anima ed una propria energia. Mentre gli giri attorno ti fa vedere le sue mille facce e forme: un volto sorridente, un cuore, il cervello, un elefante ecc. Non c’ è paragone: a mio avviso Uluru batte il Kata Tjuta 10 a 0. Quest’ultimo merita molto più da lontano, con la suia sagoma che si staglia sull’orizzonte, che da vicino.
Uluru. |
- Le Devil Marbles. Pensavo fossero due semplici rocce ovali,molto sopravvalutate per il fatto di rompere la monotonia del deserto australiano che non presenta grosse varianti per centinaia di chilometri tra Katherine e d Alice Springs. Ed invece no, altro che due pietre… sono davvero impressionanti, specialmente quelle spaccate a metà di netto e con una precisione che sembra chirurgica.
Devil Marbles. |
- I koala. Altro animale mitico, ma stavolta sapevo che vederli in natura sarebbe stato moolto difficile. E così è stato. Per cercare di avvistarli abbiamo persino fatto un rapido salto a Magnetic Island, rischiando addirittura di rimanerci. Ma a parte qualche strano nido, inizialmente scambiato per un koala, nulla da fare. Per fortuna abbiamo poi incontrato una gentilissima coppia di pensionati australiani che ci ha riportati al terminal dei traghetti giusto in tempo per riprendere il nostro viaggio in serenità. Prima di rientrare in Italia però li abbiamo visti e sono davvero bellissimi. Assonnati con le loro buffe facce, si grattano, sbadigliano, e mangiano: sono uno spettacolo da vedere.
Koala. |
- I coccodrilli. Non sapevo che in Australia ce ne fossero così tanti. A detta di alcune persone locali stanno anche diventando un problema che molti tendono a sottovalutare. Effettivamente sono animali pericolosi e occorre sempre stare all’erta nei luoghi in cui vivono.
Un coccodrillo riposa in prossimità di una riva dello Yellow Water. |
Coccodrillo nello Yellow Water. |
Un coccodrillo si avvicina alla riva nello Yellow Water. |
Coccodrillo pronto a sferrare un’attacco. |
- La barriera corallina. Arrivarci in aliscafo osservando alcune balene durante la loro migrazione stagionale, vedere i colori dell’ acqua che mutano sul verde, marrone azzurro e poi immergersi a fare snorkeling… Wooow… è davvero impressionante! Per non parlare del giro in elicottero.
Una balena riaffiora emettendo il classico spruzzo. |
Navigando verso la barriera corallina. |
|
|
|
|
|
La barriera corallina vista dall’elicottero: L’isola a forma di cuore. |
- Il Kings Canyon. Mi ha ricordato per certi versi Petra, per i colori e le sfumature delle rocce durante la salita. Poi quando arrivi sul bordo ti manca il fiato: pazzesco! Un po’ meno bello il giardino dell’ Eden, forse qui, dato il nome, le aspettative erano più elevate del previsto.
Kings Canyon: in cima alla prima scalinata del Rim Walk. |
Kings Canyon. |
Kings Canyon. |
Kings Canyon. |
Kings Canyon: il giardino dell’Eden. |
Kings Canyon. |
Kings Canyon. |
- Quasi me ne dimentico, ma è impossibile da dimenticare: il cielo stellato. La prima volta che ho alzato gli occhi di notte ed ho visto la Via Lattea mi sembrava fosse molto più vicina e luminosa di quanto fossi abituato a vedere qui da noi. Sembrava tridimensionale quasi che, allungando il braccio, si riuscisse a toccarla. Anche le nubi di Magellano delle quali avevo sentito più volte parlare.. embé … sembrano davvero due piccole nuvole. Per non parlare della luna con la falce verso il basso proprio come una barchetta.
La Via Lattea vista dal Kings Canyon. |
La Via Lattea ripresa dall’interno del Kings Canyon Resort. |
La sagoma di Uluru sotto le nubi di Magellano, poco prima dell’alba. |
Alle nostre latitudini la Luna a barchetta è un evento più che raro, Qui è all’ordine del giorno! |
- L’Opera House e l’Harbour bridge sono proprio come li si vede nelle foto. Sydney per me sono loro. Finalmente li ho visti dal vivo!
Lo skyline di Sydney dal ferry. |
Harbour Bridge al tramonto. |
Ci sono tour organizzati che permettono di scalare l’Harbour Bridge. |
Particolare delle “vele” dell’Opera House. |
|
|
Opera House. |
Harbour Bridge. |
L’Opera House e l’ Harbour Bridge in versione by night. |
- Il Kakadu National Park. Sembra di essere entrati sul set cinematografico di Indiana Jones. Forse per la terra rossa o per le pietre che sembrano quasi finte (simili a quelle di Gardaland). Eppure è tutto vero: il tragitto in 4×4 verso le Twin e Jim Jim Falls, i fiumi dai nomi esotici (East Alligator River, Adelaide River), strade che attraversano fiumi infestati da coccodrilli…
Vista panoramica sul Kakadu National Park da Ubirr. |
Cahill Crossing. Siamo nei pressi di Ubirr. Qui con un po’ di fortuna si possono vedere i coccodrilli. |
Yellow Water al tramonto. |
Jim Jim falls, E’ vietata la balneazione, essedno un luogo sacro per gli aborigeni. |
Un guado nel Kakadu national Park sulla strada per le Jim Jim Falls |
- L’ aeroporto di Hamilton Island. Sembra di essere arrivati in un posto esotico. Scendi dall’aereo e ci sono palme, mare e qualche macchina elettrica per girare l’Isola. Un servizio di riconsegna bagagli che è unico: ognuno va a prendersi la propria valigia direttamente dai carrelli.
Hamilton Island ed il suo aeroporto, arrivando in aereo da Sydney |
Appena fuori dall’aeroporto di Hamilton Island, |
- La foresta pluviale al Foxwell Park Lodge di Malanda. Credo sia uno dei modi migliori per vederla in tutto il suo splendore. Ci sono arrivato dopo essere stato al Mamu tropical Skywalk parco con passerelle in metallo, ma per farsi un’idea di questo ecosistema sarebbe stato sufficiente rimanere a fare quattro passi intorno al Lodge, dove tutto è proprio naturale, neanche un camminamento cementato.
Il Foxwell Park Lodge di Malanda, a sinistra la reception e a destra una prima fila di lodge |
Foxwell Park Lodge reception |
Sicuramente avrò dimenticato qualcosa, perché in Australia di cose sorprendenti ce ne sono davvero tante!
4 Comments
Complimenti per gli scatti ! In sole 2 settimane avete visto veramente tantissimi posti stupendi.
E già, è stato un viaggio molto intenso! 🙂
Foto splendide… Impressionante il pipistrello!
Grazie Roberta. Ad essere onesti è quasi tutto impressionante. Ci sono realtà che sono davvero differenti dalle nostre!