Sembra di fare un salto indietro nel tempo. Ci si accorge di esser ai nostri tempi perché la gente fa comunque uso di telefoni cellulari, ma per il resto é difficile dire in che periodo ci troviamo.
Gente che vende di tutto, merce per terra in mezzo alla polvere e alle mosche in condizioni igieniche discutibili (almeno per i nostri standard europei).




C’é pure un angolo con qualcosa che assomiglia ad un luna park, paghi un dirham per calciare una palla cercando di farla entrare in un vecchio copertone, altri scommettono con un gioco che assomiglia a quello delle tre carte.



Facciamo una sosta alla “locanda” dove ci invitano a bere un te e …

…  Davide vuole unirsi a pranzo con loro. Viene però redarguito e invitato a lavarsi le mani prima di sedersi alla loro tavola.

La più coraggiosa però è Laura che pur di fare una foto al venditore di torrone lo assaggia all’istante noncurante delle scarse condizioni di pulizia.

Laura col sacchettino di torrone

Riusciamo a raccogliere un po’ di ritratti, 

poi proseguiamo il giro, ma ormai è tardi e molti stanno già ritirando la loro merce per tornare a casa.

Alla fine facciamo anche noi ritorno ad Essaouira e prima di cena abbiamo il tempo di recarci sull’oceano per degli scatti, anche se perdiamo più tempo a cercare Giancarlo (che già davamo per morto) che a far foto 🙂 .

La sera siamo invitati a cena da Annalù alla Maison A.