Sellaronda HERO 2014 - La Gara – Simon's passion 4 Travel

Arrivo a Selva di Val Gardena venerdì 20 giugno verso mezzogiorno e dopo pranzo vado subito a ritirare il mio pacco gara,

quindi monto il numero sulla bici e

preparo lo zaino: ho dentro di tutto. So che il tempo è bello e anche le previsioni su tutte e 4 le valli lo sono , ma non si sa mai.

3 camere d’aria, pezze, mastice, smagliacatene, falsa maglia, attrezzi vari
gambali, kway, giacca antivento, felpa, guanti invernali, copriscarpe in caso di pioggia e barrette.

Il mattino seguente, sabato 21 luglio, mi sveglio alle 5.55 e per prima cosa guardo fuori dalla finestra: la giornata è fantastica!

Colazione, tappa in bagno e sono pronto. Riempio le borracce e mi avvio verso la griglia di partenza (GR. 9).

C’è tantissima gente, ma sono le 7.15 e la mia griglia è ancora abbastanza vuota. Faccio un giretto e poi entro e mi metto al sole.

Il clima è l’ideale, inutile partire coperti, la maglietta va benissimo, anche perché c’è subito la salita.

Man mano che le griglie partono ci si avvia lungo la strada principale.

La mattinata è davvero bellissima, mi guardo attorno respirando a pieni polmoni l’aria di montagna. Capisco che potrebbe realizzarsi una grande impresa e gli occhi mi si inumidiscono!

8:25 si parte. L’andatura è tranquilla, un sacco di gente ai bordi delle strade.

Inizia lo sterrato e vado su bene, ogni tanto bisogna fare qualche slalom per superare: siamo davvero tanti !!!

La sensazione è buona: onestamente me la aspettavo peggio questa Dantercepies. Anche i pezzi più duri, non fosse per le persone davanti che si fermavano, si sarebbe riusciti a farli in sella.

Si arriva in cima e c’è tanta gente che fa il tifo anche qui.

Metto la giacca antivento e mi avvio prudentemente in discesa.

A parte alcuni tratti la discesa è davvero bella, anche se non vado forte.

Si arriva a Corvara e c’è il primo rifornimento, riempio la borraccia di sali e riparto.

Un po’ di strada asfaltata e poi si imbocca il sentiero, i panorami si fanno ancora più belli. Qualche pezzetto da fare a piedi ma si va avanti.

Questo secondo tratto è piuttosto lungo e variegato. Alla fine si arriva al Campolongo dove si scollina verso Arabba. Una piccola coda per affrontare un pezzo di sentiero da fare bici alla mano.

Secondo rifornimento e rabbocco della borraccia. Intanto tengo d’occhio l’orologio in modo da prendere i gel con regolarità ogni ora, ora e un quarto.

Si sale verso il Pordoi, su sterrato, pendenza costante e pedalabile. Un po’ di fatica affiora, ma poi arrivano i tornanti su asfalto e si respira, peccato finiscano velocemente, si riprende lo sterrato e la strada sale,il penultimo tratto lo faccio spingendo, poi di nuovo in sella. Ci si congiunge col percorso lungo e si affronta un altra coda per superare due tratti sulla neve.

Si ritorna sui tornanti asfaltati fino al passo del Pordoi poi giù verso il Lupo Bianco.

Qui alcuni tratti bisogna scendere per forza dalla sella.

Si arriva all’ultimo ristoro, riempio ancora la borraccia e via.

Ancora un tratto in discesa e poi arriva l’ultima salita.

Il primo pezzo è abbastanza duro cerco di resistere ma poi preferisco spingere.

Mi fermo a mangiare l’ultima barretta e intanto scende un signore in giro a far trekking che mi dice che non manca molto e solo l’ultimo tratto è abbastanza ripido. Risalgo in sella ed arrivo in cima senza più scendere dalla bici. (la barretta ha funzionato 🙂 )

In cima c’è il tifo che mi attende, mia sorella mi riconosce da lontano, sento : “forza Simone” ed alzo il braccio in risposta.

L’ultimo strappo è davvero il più duro, solo in pochi resistono in sella, alla fine devo cedere pure io perché la strada è ostruita da quelli che spingono a mano.

chi è l’unico a pedalare? 🙂

Il più è fatto, ci si avvia verso la Città dei Sassi: questo sentiero lo conosco, l’ho sempre fatto con gli sci: in senso opposto e racchettando ! Per la prima volta lo apprezzo 🙂 se si racchetta con gli sci vuol dire che è abbastanza piatto !!!

Mi avvio nell’ultima discesa sempre con prudenza.

Finalmente si arriva nel bosco, ci si ricongiunge col percorso lungo e appaiono più spettatori.

L’ultimo tratto la bici va da sola. Lo sterrato finisce con una curva stretta (che, devo ammetterlo, alla mattina, quando l’ho vista prima di partire, mi aveva fatto un po’ di paura) e poi ultimi 100 metri su asfalto per tagliare il traguardo in mezzo ad una marea di gente!