Scoprire gli angoli più nascosti di Venezia con la macchina fotografica al collo.
Non una macchina qualsiasi ma una Leica M.
Volevo da tempo seguire un workshop fotografico sulla fotografia di viaggio e quando mi si è presentata la ghiotta occasione di sfruttare un voucher gentilmente offerto da una cara amica, ho colto l’occasione al balzo.
A Venezia non ci andavo dalla gita scolastica di terza media. Fu proprio al ritorno da quel tour che mi venne regalata la prima macchina fotografica.
Il workshop organizzato dalla Leica Akademie presso Palazzo Franchetti, vicino al ponte dell’ Accademia, è tenuto da Marc de Tollenaere.
Un perfetto sconosciuto fino a poco tempo prima che si è rivelato poi una piacevole scoperta.
La partenza non è stata delle migliori, ma per fortuna le cose sono andate via via sempre meglio.
Non abituato ad utilizzare una Leica ed avendo montato un obiettivo grandangolare da 28 mm, portando io gli occhiali, ho avuto non pochi problemi a cercare di riuscire ad inquadrare in maniera corretta: non vi vedevano i bordi del fotogramma.
Quasi intenzionato a prender in mano la mia Nikon D750, alla fine ho optato per l’ utilizzo del display abilitando il live view.
L’approccio iniziale con la Leica M, per l’ appunto, non è stato dei migliori, almeno fino a quando non ho scaricato le foto. La nitidezza, la precisione nell’esposizione e la latitudine di posa sono davvero notevoli. Ho scattato quasi sempre a priorità di diaframmi ma solo in rari casi è stato necessario compensare qualcosa.
Il secondo ed il terzo giorno sono stati sicuramente più apprezzati, fuori dagli itinerari turistici e con la possibilità di vedere zone quasi prive di turisti: Piazza San Marco ed il Ponte di Rialto praticamente deserti.
Per completare le impressioni sulla Leica M va spesa una parola anche sulla messa a fuoco a telemetro che non è immediatissima, ma avendo un 28 ho praticamente sempre sfruttato l’ iperfocale.
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